Ridurre la mortalità del 50% entro quest’anno: questo in sintesi è l’obiettivo EU 2020 relativo alla sicurezza sulle strade. Per raggiungerlo sono stati messi in atto diversi interventi a partire dal 2011 da parte dell’Unione Europea.
Tra questi insegnare agli utenti a guidare con maggiore cautela mediante una strategia di formazione ed educazione stradale; uniformare le sanzioni a livello europeo; incoraggiare l’applicazione delle norme in vigore sulla rete viaria principale anche alle strade rurali; promuovere il riconoscimento delle revisioni in tutti i paese EU; accrescere la sicurezza delle categorie più vulnerabili migliorando la comunicazione tra utenti e agenti stradali; perfezionare gli strumenti per la registrazione e analisi degli incidenti al fine di controllare al meglio progressi e misure preventive.
Sulle strade italiane, nel 2019 si sono registrati 172.183 sinistri con lesioni a persone che hanno causato 3.173 decessi e 241.384 feriti: una media giornaliera di 472 incidenti (9 morti e 661 i feriti quotidiani).
In 43 province il numero dei periti è aumentato: Venezia, Modena e Forlì-Cesena segnano gli incrementi maggiori (rispettivamente +20 e +18) che portano Emilia Romagna a un complessivo + 36 il Veneto a +25, seguite dalla Campania (+17). Più virtuosi Genova (-45 decessi), Roma e Firenze (-22) Sondio (-16) e Sud Sardegna con – 15.
Le regioni con risultati apprezzabili sono sette: Liguria (-60), Lombardia (-45), Lazio (-43), Sardegna (-34), Toscana (-30), Calabria (-23) e Piemonte (-19). Mentre nel nostro Paese, nel decennio che sta per concludersi, il numero dei decessi per incidente stradale è diminuito in media del 23%, ben cinque province hanno già raggiunto l’obiettivo 2020, (Aosta, Barletta-Andria-Trani, Grosseto, Pordenone e Sondrio), mentre 11 hanno fatto registrare una diminuzione di mortalità superiore al 40%.